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Interventi di ingegneria naturalistica: le caratteristiche della vegetazione

Interventi di ingegneria naturalistica: le caratteristiche della vegetazione

La SCELTA CORRETTA DELLE SPECIE VEGETALI è una premessa fondamentale per rendere sicuri e duraturi gli interventi d’Ingegneria Naturalistica. Utilizzare piante inadatte può, infatti, portare al fallimento delle sistemazioni naturalistiche previste.

Spesso nelle aree di progetto non sono presenti le associazioni naturali originarie del luogo, per cui si fa riferimento alla vegetazione “potenziale” e in particolare agli stadi delle serie dinamiche attinenti alle diverse condizioni d’intervento.

Nella scelta delle specie ci si riferisce infatti a quelle spontanee presenti o potenziali della località oggetto dell’intervento. Le piante con larga amplitudine ecologica risultano essere particolarmente adatte: le specie arbustive sono da preferire a quelle arboree, e, nell’ambito delle erbacee, le specie delle famiglie delle graminacee e delle leguminose sono particolarmente adatte a queste tipologie di intervento.

L’uso quasi esclusivo di SPECIE AUTOCTONE, derivate da materiale di propagazione locale per evitare insuccessi o contaminazioni genetiche o ecologiche, garantisce l’idoneità alle condizioni geo-pedologiche e fitoclimatiche del luogo, fatti salvi i problemi legati al periodo stagionale di messa a dimora e alle condizioni microambientali locali.

Con il termine attitudine biotecnica si indica una pianta che si adegua agli impieghi nell’ambito dell’Ingegneria Naturalistica. Le piante messe a dimora per queste tipologie di interventi possiedono numerose PROPRIETA’ BIOTECNICHE:

  • difesa dall’erosione, copertura del terreno e riduzione degli impatti provocati dalle precipitazioni;
  • regolazione del bilancio idrologico del terreno (evaporazione);
  • riduzione della velocità di scorrimento superficiale e della forza di trascinamento dell’acqua;
  • capacità di rigenerazione;
  • resistenza alla sommersione anche per periodi prolungati;
  • capacità di emettere radici avventizie;
  • capacità di riproduzione per via vegetativa, ovvero per talea.

In conclusione, quindi, le specie vegetali da impiegare in interventi di Ingegneria Naturalistica devono offrire una grande capacità di resistenza, una crescita rapida, una copertura diffusa, una radicazione forte e un’elevata rusticità, soprattutto per quanto riguarda le esigenze edafiche.

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